Il piccolo Alfie, come realmente stanno le cose

Il piccolo Alfie, come realmente stanno le cose

Le condizioni cliniche e le speranze disperate

Il piccolo Alfie Alfie è un bel bambino di 23 mesi che da quando ne aveva solo 7 vive in ospedale con i supporti artificiali medico-clinici.

Quando è nato, Alfie godeva di ottima salute. Era il 9 maggio 2016 e viene dimesso pochi giorni dopo, come da normale prassi dal Liverpool Women’s Hospital.

Nei mesi seguenti Alfie mostra però molti segni di disagio, stentando a raggiungere e fallendo alcuni traguardi di sviluppo. Quando il piccolo inizia a soffrire di alcuni movimenti scoordinati simili a convulsioni, i genitori, entrambi poco più che 20 enni, ricevono rassicurazioni da parte dei medici. Viene loro detto che si tratta semplicemente di un caso di “sviluppo lento”.

Nel dicembre 2016 però Alfie sviluppa un’infezione respiratoria e forti convulsioni. La situazione respiratoria determina problemi che necessitano dell’ausilio di una macchiona, a cui il bimbo viene “attaccato” all’Alder Hey Children’s Hospital di Liverpool.

Superata la crisi iniziale Alfie viene distaccato dalla macchina. Ma il giungere di una seconda infezione lo riporta al sussidio artificiale. Ci si convince quindi che il piccolo soffre di qualcosa di più di una semplice influenza.

Ad oggi una diagnosi precisa per i problemi di cui è affetto Alfie Evans non esiste. Si sa che si tratterebbe di una patologia neurovegetativa che finora sfugge alle indagini dei medici.

Secondo quanto affermano i periti che hanno svolto gli ultimi accertamenti per conto dell’Alta Corte inglese, i danni sarebbero diffusi. Si parla della perdita di sostanza bianca (fasci di assoni mielinizzati che trasportano i segnali tra diverse regioni del sistema nervoso centrale) nella misura di circa il 70% rispetto a quella presente in un cervello sano.

Secondo i medici, quindi, la situazione sarebbe irreversibile. Il bimbo che ora versa in stato semi-vegetativo, sarebbe destinato a non poter mai recuperare le normali funzioni cerebrali.

La situazione attuale

La legge inglese consente ai medici di spegnere le macchine dopo un periodo di coma lungo solitamente almeno 12 mesi. A queste condizioni devono unirsi anche quelle di una ritenuta irreversibilità. La decisione definitiva spetta ai genitori. Ma in caso di disaccordo tra genitori e medici, il giudice può disporre il distacco dalle macchine.

È quanto è avvenuto nei giorni scorsi. Senonché, con sorpresa dei medici, il bimbo ha continuato a respirare autonomamente per oltre 10 ore. A questo punto le procedure di mantenimento in vita sono state ripristinate.

Il caso ha destato molta apprensione ed interesse in tutto il mondo. I genitori sono stati ricevuti dal Papa, il quale ha tentato di consolarli. L’Italia è intervenuta concedendo a Alfie Evans la cittadinanza italiana per indurre le autorità inglesi a rilasciare il paziente che sarebbe stato trasferito nel nostro Paese dove le leggi sono diverse. Sarebbe già pronto un elicottero. Le autorità britanniche si sono però opposte al trasferimento.

La situazione è ora in stallo, e ferma a questo punto. Tutto è possibile da un minuto all’altro.

 

 

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